i Siti della Rete Natura 2000

ZSC/ZPS IT4070011 - Vena del Gesso Romagnola

Il sito, localizzato nella fascia collinare a cavallo tra le province di Bologna e Ravenna, racchiude un affioramento gessoso del Messiniano di estremo interesse geologico e naturalistico che si allunga trasversalmente alle valli per circa 20 km e alcuni ambiti argilloso-calanchivi o marnoso-arenacei circostanti.

Gli strati della cosiddetta Vena del Gesso, inclinati verso la pianura, determinano una falesia dirupata e continua esposta a Sud a carattere mediterraneo, contrastante con i versanti a pendenza più moderata esposti a Nord, boscosi, ricchi di stazioni fresche con elementi floristici dell’alto Appennino.

Tutta la zona é caratterizzata da diffusi fenomeni carsici superficiali (valli cieche, doline, forre, forme erosive, campi solcati) e profondi (inghiottitoi, risorgenti, abissi e grotte anche di notevole sviluppo), che concorrono a diversificare morfologie peculiari, ricche di contrasti e di ambienti-rifugio ad alta biodiversità.

Miniottero comune

ZSC IT4070016 - Alta Valle del Torrente Sintria

Area sub-montana dell’Appennino faentino, si estende prevalentemente in direzione nord-sud lungo la dorsale spartiacque Sintria-Lamone dal confine toscano attestato intorno agli 800 m fino al contrafforte di Poggio Lagune (460 m), che in zona rappresenta il limite a monte della fascia collinare.

Corrisponde quasi interamente al complesso demaniale Foresta Alto Lamone, acquisito all’Ente pubblico fin dai primi anni ’70 a ricomprendere vasti boschi di latifoglie, per lo più cedui, con rimboschimenti di conifere, noccioleti e castagneti, aree a vegetazione arbustiva ed erbacea su ex-coltivi in un paesaggio mosso ma monotono, lentamente rinaturalizzato a partire da un passato di insediamenti rurali sparsi, attivi fino ad una quarantina di anni fa.

Il substrato marnoso-arenaceo, a stratificazione per lo più uniforme anche se a giacitura variabile per complicata evoluzione orogenetica, ancora traspare sotto la rada vegetazione non pienamente ricostituita di certi versanti rivolti a meridione, là dove la pendenza è accentuata, e permangono limitate situazioni schiettamente rupestri.

Succiacapre

ZSC IT4070017 - Alto Senio

Area sub-montana collocata tra l’Appennino faentino e quello imolese, si estende prevalentemente in direzione nord-sud lungo la dorsale spartiacque Santerno-Senio dal confine toscano (attestato intorno agli 850-900 m) fino a ridosso del contrafforte di Monte Battaglia, lungo un margine che viaggia tra i 500 e i 600 m. a ricomprendere gran parte del sottobacino del Rio Cestina. Corrisponde quasi interamente al complesso demaniale Foresta Alto Senio, acquisito dall’Ente pubblico fin dai primi anni ’70.

Pur non presentando zone di particolarmente elevata naturalità, il sito è rappresentativo di habitat e specie tipici della fascia submontana, di “spruzzi mediterranei” e lembi di montagna fresca incassati in remoti rifugi, di ambienti di transizione a vivace dinamica naturale non privi di interesse paesaggistico e storico-antropologico. La compagine boschiva, uniformemente estesa pur con soluzioni di continuità della copertura, ricopre l’83% del sito con Ostrio-Querceti a facies differenziata in base alla stazione, castagneti, e non mancano praterie cespugliate o veri e propri arbusteti a prevalenza di Ginepro, con alcune influenze mediterranee.

Ululone appenninico

IZSC IT4070025 - Calanchi pliocenici dell'Appennino faentino

Si tratta della porzione ravennate, quindi faentina per collocazione topografica, dei calanchi più tipici della formazione delle Argille azzurre plioceniche.

Il sito è composto da tre aree separate dai fondovalle Sintria e Senio, identificabili da Est come zone Monte Rinaldo, Rio Cugno e Monte Roso, distribuite lungo la fascia collinare bassa. I calanchi sono caratterizzati da brulle forme erosive estremamente plastiche dopo le piogge e all'opposto irrigidite e riarse nei periodi secchi.

Queste problematiche condizioni limitano le forme vegetative a praterie discontinue caratterizzate da specie annuali su forti pendenze e orli (parte alta del calanco) e da specie perenni nella parti basse a minor pendenza. La collocazione immediatamente a valle del boscoso versante settentrionale dei Gessi determina interessanti e caratteristiche forme di contrasto tra ambienti lussureggianti (a monte) e situazioni solo apparentemente povere e stentate come quelle riscontrabili lungo le plaghe argillose della collina faentina.

Albanella minore

IZSC IT4080007 - Pietramora, Ceparano, Rio Cozzi

Il sito, localizzato nella collina romagnola a cavallo tra le province di Ravenna e Forlì-Cesena, comprende l'emergenza rocciosa calcarea dello "spungone", calcarenite organogena pliocenica, nel suo tratto più continuo e rilevante che si estende parallelamente alla Via Emilia dal torrente Marzeno fino al Montone. Geomorfologicamente paragonabile alla Vena del Gesso, della quale rappresenta una ideale continuità geografica verso Est, la “catena dello spungone” si estende longitudinalmente come un baluardo emergente dalle circostanti argille calanchive, anch’esse plioceniche, ed è tagliata trasversalmente dalla forra del Rio Albonello e dalla stretta del Torrente Samoggia, considerabili tra le aree naturalistiche più importanti, insieme agli sperduti e misconosciuti Gessi di Tossino, Albonello e Viano.

Lo Spungone è un calcare eterogeneo, da compatto e solido a sabbioso ed estremamente friabile, a tratti ricchissimo di fossili e non più interessato oggi da forme di attività estrattiva ma, all'opposto, fonte storica di materiali (macine, conci per costruzioni) solo recentemente accertati ed indagati. Rupi, forre, cenge e affioramenti di diverso tipo caratterizzano forme di paesaggio variate e tutte improntate ad una naturalità tipica

Ferro di Cavallo maggiore